Situata al 1° piano dell’edificio B, dispone di 20 p.l. con camere a tre letti e una camera di 1° Classe.
Tutte le camere sono con bagno privato, aria condizionata, ed armadi a disposizione dell’utente.
In Italia la cardiopatia ischemica interessa il 5% della popolazione con 2.000.000 di malati e 350.000 nuovi casi/anno.
L’infarto acuto del miocardio con sopraslivellamento del tratto ST rappresenta la più grave manifestazione della patologia cardiaca. Nei pazienti colpiti uno dei tre rami principali che portano sangue al miocardio si occlude completamente perché una placca aterosclerotica si ulcera e innesca dentro il vaso la cascata della coagulazione con la formazione di un trombo. Il tessuto miocardico a valle dell’arteria occlusa non riceve più sangue e quindi ossigeno e sostanze nutritizie, e nel giro di poche ore muore. Le complicanze possono essere tantissime e vanno dal decesso allo scompenso cardiaco.
Al giorno d’oggi la terapia migliore è riaprire il vaso nel minore tempo possibile e ripristinare il flusso sanguigno alla zona che stava andando in necrosi.
La riapertura del vaso o terapia riperfusiva può essere fatta in due modi:
- Farmacologica: trombolisi sistemica
- Meccanica: angioplastica primaria
La trombolisi purtroppo è efficace solo nel 50-60% dei casi ed è associata a un numero significativo di complicanze emorragiche anche potenzialmente gravi e letali.
L’angioplastica primaria invece è efficace nel 98% dei casi e permette di riaprire completamente il vaso. Essendo una procedura eseguita in pazienti ad alto rischio e in emergenza non è priva di complicanze ma studi clinici su migliaia di pazienti hanno chiaramente dimostrato la sua efficacia, sicurezza e superiorità rispetto alla trombolisi tanto che oggi è considerata la migliore terapia anche dalle ultime linee guida europee ed americane.
Le indicazioni e la tempistica per l’angioplastica primaria sono le seguenti:
- Quando è possibile effettuarla entro 90 minuti dal primo contatto medico
- Shock cardiogeno entro 18 ore dall’insorgenza dello stesso.
- STEMI ad alto rischio di mortalità (scompenso cardiaco congestizio, edema polmonare acuto, instabilità elettrica).
- Infarto miocardico inferiore con coinvolgimento del ventricolo destro.
- Presentazione tardiva (inizio dei sintomi da più di tre ore).
- In caso di segni di mancata riperfusione a 90 minuti dall’inizio della terapia trombolitica: persistenza di angor, di sopraslivellamento del tratto ST, deterioramento emodinamico, instabilità elettrica (PTCA di salvataggio).
- Controindicazione alla terapia trombolitica.